Schede sintetiche

Tutte le Schede per data decrescente di discussione (suddivisione per Area, nei sottomenù)

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Sorveglianza senologica nelle pazienti radiotrattate per Linfoma di Hodgkin

Scheda Sintetica

Autore: Gianluca Ghione
Relatore: Giovanni Gandini
Università: Università degli Studi di Torino
Facoltà: Facoltà di Medicina e Chirurgia
Corso: Laurea Spec. a Ciclo Unico in Medicina e Chirurgia
Data di Discussione: 22/10/2009
Voto: 108
Disciplina: Diagnostica per immagini
Lingua: Italiano
Grande Area: Area Sanitaria
Dignità di Stampa: Si

Descrizione:
Le donne radiotrattate per Linfoma di Hodgkin, soprattutto se in giovane età, presentano un aumentato rischio di sviluppare una neoplasia mammaria e pertanto devono essere sottoposte ad adeguati protocolli di sorveglianza senologica.

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Infezione criptica di Leishmania infantum in Piemonte. Aspetti epidemiologici e diagnostica immunologica

Scheda Sintetica

Autore: Andrea Falvo
Relatore: Alberto Biglino
Università: Università degli Studi di Torino
Facoltà: Facoltà di Medicina e Chirurgia
Corso: Laurea Spec. a Ciclo Unico in Medicina e Chirurgia
Data di Discussione: 22/10/2009
Voto: 107
Disciplina: Malattie infettive e tropicali
Tipo di Tesi: Sperimentale e di Ricerca
Lingua: Italiano
Grande Area: Area Sanitaria
Dignità di Stampa: Si
In Collaborazione con: Istituto di Veterinaria dell’Università degli Studi di Torino
Settori Interessati: Epidemiologico, Sanità Pubblica, Malattie Infettive e Tropicali, Parassitologia

Descrizione:
Studio epidemiologico sulla presenza di leishmaniosi criptica in Piemonte. Lo studio è stato condotto su 815 soggetti, donatori AVIS asintomatici. il totale del campione è stato studiato mediante WB. I soggetti positivi al WB sono stati studiati mediante PCR. Infine una parte dei soggetti della popolazione è stata studiata mediante Elispot. I campioni in esame provenivano da 5 comuni piemontesi con accertata presenza di flebotomo e elevata sieroprevalenza canina.

Grado di Innovazione:
Il nostro studio è stato condotto in una regione non considerata, fino ad oggi, a rischio di infezione, nonostante indizi sulla circolazione di Leishmania (vd. presenza di flebotomo e sieroprevalenza canina in notevole aumento negli anni). In aggiunta si è osservata una discrepanza tra i casi ufficialmente notificati e le diagnosi accertate presenti nelle SDO. Questo mostra un basso stato di allerta nei confronti di un infezione che può mostrarsi estremamente importante, essendo sempre più numer ...

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Relazioni tra polimorfismo Inserzione/Delezione del gene ACE, polimorfismo del gene APOE, comportamento alimentare e attività fisica nella modulazione del rischio cardiovascolare

Scheda Sintetica

Autore: Marianna Rinaldi
Relatore: Emma Rabino
Università: Università degli Studi di Torino
Facoltà: Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
Corso: Laurea Spec. in Evoluzione del Comportamento Animale e dell’Uomo
Data di Discussione: 21/10/2009
Voto: 110 cum laude
Disciplina: Antropologia Fisica
Tipo di Tesi: di Ricerca
Lingua: Italiano
Grande Area: Area Scientifica
Dignità di Stampa: Si
Settori Interessati: Nutrigenomica, Sanità Pubblica

Descrizione:
Questa tesi si propone come studio pilota sulle relazioni tra informazione genetica, comportamento e rischio di malattia. Lo scopo di questo lavoro è stato lo studio delle relazioni esistenti tra polimorfismo del gene APOE, polimorfismo I/D del gene ACE, abitudini alimentari e stile di vita nel concorrere allo sviluppo di rischio cardiovascolare.
Si è esaminata l’esistenza di una eventuale corrispondenza tra genotipo ed espressione fenotipica (genotipo I/D ACE e ipertensione arteriosa; genotipo APOE e ipercolesterolemia) e si è analizzato se e come le abitudini alimentari e l’attività fisica possano influenzare i valori pressori e lipidemici nel campione totale e nei diversi genotipi, modulando quindi l’eventuale aumento di rischio cardiovascolare legato alla presenza di determinate varianti alleliche.

Grado di Innovazione:
Ideazione e sviluppo di un indicatore di qualità della dieta (indice VEG).
Individuazione nei tre diversi genotipi APOE di tre diverse modalità di interazione con il fattore ambientale rappresentato dalla qualità della dieta (a parità di attività fisica). Dall’elaborazione dei dati sono emersi, inoltre, degli elementi che indicano la possibilità di contenere l’aumento del rischio cardiovascolare associato all’allele APOE4 attraverso una maggiore aderenza alla Dieta Mediterranea.

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Ricerca clinica sperimentale sulla valutazione con test clinici della continuità assistenziale del paziente oncologico fragile e in trattamento palliativo tra ospedale e territorio

Scheda Sintetica

Autore: Agostino Ponzetti
Relatore: Antonio Mussa
Università: Università degli Studi di Torino
Facoltà: Facoltà di Medicina e Chirurgia
Corso: Laurea Spec. a Ciclo Unico in Medicina e Chirurgia
Data di Discussione: 21/10/2009
Voto: 110 cum laude
Disciplina: Oncologia
Tipo di Tesi: Sperimentale
Lingua: Italiano
Grande Area: Area Sanitaria
Dignità di Stampa: Si
Settori Interessati: Oncologia Medica, Cure Palliative, Sanità Pubblica

Descrizione:
Il clinico oncologo che assiste pazienti in fase avanzata di malattia oppure con importanti comorbidità, deficit funzionali o problemi di tipo psico-sociale si trova spesso in difficoltà nel reperire supporti socio-sanitari adeguati. Per cercare di stimare la realtà e l’entità del problema questo studio si è proposto di valutare la continuità assistenziale tra ospedale e territorio erogata ai pazienti oncologici fragili o in fase avanzata di malattia.
Si è rilevato un impatto della fragilità oncologica, intesa come insieme di influenze di tipo clinico, psicologico, sociale o spirituale, sia sul percorso di cura sia sulla sopravvivenza dei pazienti oncologici, indipendentemente dalla fase di malattia. Inoltre si è evidenziata una carenza di continuità dell’assistenza erogata ai pazienti oncologici in fase avanzata di malattia nel momento della dimissione ospedaliera verso strutture di tipo residenziale (hospice).

Grado di Innovazione:
A mio giudizio particolarmente innovativa per quanto riguarda l’approccio multidiciplinare al paziente oncologico fragile o in fase avanzata di malattia e per l’utilizzo di semplici indicatori di esito per la valutazione della continuità assistenziale

 
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