Schede sintetiche

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La gestione terapeutica della cromoblastomicosi in area endemica

Scheda Sintetica

Autore: Fabio Angelo Crema
Relatore: Giovanni Di Perri
Università: Università degli Studi di Torino
Facoltà: Facoltà di Medicina e Chirurgia
Corso: Laurea Spec. a Ciclo Unico in Medicina e Chirurgia
Data di Discussione: 15/07/2008
Voto: 104
Disciplina: Medicina tropicale e malattie infettive, dermatologia
Tipo di Tesi: Sperimentale
Lingua: Italiano
Grande Area: Area Sanitaria
Dignità di Stampa: Si
Settori Interessati: Ricerca, Industria farmaceutica, Enti operanti in PVS

Descrizione:
Nell’arco di 9 anni all’Ospedale St. Croix di Isoanala (Madagascar) sono stati esaminati 16 casi di cromoblastomicosi, casistica frutto di un lavoro retrospettivo eseguito sui dossier ospedalieri, per quanto riguarda i pazienti relativi agli anni fino al 2003, mentre la parte maggiore, comprendente le osservazioni e i periodi di follow-up effettuati negli anni dal 2004 al 2007, è stata ottenuta con la valutazione e il riscontro diretti effettuati insieme ai medici dell’equipe italiana di Isoanala. Il 75% sono maschi, l’età media è di 45,2 anni, le lesioni sono state classificate a seconda dell’aspetto macroscopico e stadiate per la severità. In assenza di linee guida internazionali e valutando i protocolli terapeutici presenti in letteratura, si è optato per tre differenti approcci monofarmacologici, uno con ketoconazolo e due con terbinafina. Si è ottenuta la guarigione completa nel 37,5% dei casi (pazienti presentanti forme da lievi a moderate), e una risposta quasi nulla nel 25% (pa ...

Grado di Innovazione:
Innovativa nel tentativo di standardizzare i metodi di stadiazione della patologia e le classi di risultati raggiunte in maniera tale da rendere questo lavoro confrontabile con futuri studi simili.

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Trattamento Mediante Angioplastica Coronarica Percutanea con Impianto di Stent delle Lesioni in Biforcazione: Confronto tra Impianto di Stent nella Branca Principale o in Entrambe le Branche di Biforcazione

Scheda Sintetica

Autore: Vincenzo Andrea Infantino
Relatore: Imad Sheiban
Università: Università degli Studi di Torino
Facoltà: Facoltà di Medicina e Chirurgia
Corso: Laurea Spec. a Ciclo Unico in Medicina e Chirurgia - Sede di Orbassano
Data di Discussione: 15/07/2008
Voto: 110
Disciplina: Cardiologia - Emodinamica
Tipo di Tesi: Sperimentale
Lingua: Italiano
Grande Area: Area Sanitaria
Dignità di Stampa: Si

Descrizione:
Premesse
La strategia di stenting ottimale per il trattamento delle lesioni coronariche in biforcazione non è stata ancora definita. Nonostante studi randomizzati suggeriscano una equivalenza a breve e medio termine di un approccio semplice (stenting della branca principale e dilatazione con pallone della branca secondaria) ad uno complesso (stenting di entrambe le branche), i dati a lungo termine (>24 mesi) sono carenti. In questa analisi si sono quindi comparati i risultati a lungo termine di entrambe le strategie di stenting.

Metodi
Sono stati selezionati da registri di emodinamica soggetti sottoposti ad intervento coronarico percutaneo (PCI) con stenting su lesione in biforcazione (definita come diametro di stenosi >50% coinvolgente almeno una branca, o entrambe le branche con un diametro di riferimento >2mm) fra giugno 2002 e dicembre 2005, confrontando i pazienti trattati con strategia semplice oppure con una metodica complessa. L’end point primario era la frequenza di event ...

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La terapia chirurgica della malattia di Menière

Scheda Sintetica

Autore: Fiorella Parandero
Relatore: Roberto Albera
Università: Università degli Studi di Torino
Facoltà: Facoltà di Medicina e Chirurgia
Corso: Medicina e Chirurgia (V.O.), Orbassano
Data di Discussione: 15/07/2008
Voto: 105
Disciplina: ORL
Tipo di Tesi: Sperimentale
Lingua: Italiano
Grande Area: Area Sanitaria
Dignità di Stampa: Si

Descrizione:
L’obiettivo di questo lavoro è stato lo studio di 177 pazienti affetti da una malattia di Menière definita al fine di determinare la vera frequenza dell’indicazione chirurgica e di analizzare le differenti caratteristiche cliniche di questi soggetti.

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Anticoagulante lupico e Sindrome da Anticorpi Antifosfolipidi: importanza clinica dei diversi test di laboratorio

Scheda Sintetica

Autore: Savino Sciascia
Relatore: Giovanni Rolla
Università: Università degli Studi di Torino
Facoltà: Facoltà di Medicina e Chirurgia
Corso: Laurea Spec. a Ciclo Unico in Medicina e Chirurgia - Sede di Orbassano
Data di Discussione: 15/07/2008
Voto: 110 cum laude
Disciplina: Medicina Interna
Tipo di Tesi: Sperimentale
Lingua: Italiano
Grande Area: Area Sanitaria
Dignità di Stampa: Si
Settori Interessati: Diparimenti di Immunologia Clinica, Laboratoti Analisi,

Descrizione:
Scopo di questa tesi è valutare la frequenza di associazione dei vari test per la ricerca dell’ Anticoagulante lupico, della positività multipla degli anticorpi antifosfolipidi e del loro titolo, con la diagnosi di Sindrome da Anticorpi Antifosfolipidi.
E’ stato effettuato uno studio retrospettivo su 3088 soggetti nei quali era stata ricercata la presenza di anticorpi antifosfolipidi e la cui positività fosse confermata in due occasioni, separate da almeno 12 settimane, in un Laboratorio di riferimento, presso l’AO Mauriziano “Umberto I” di Torino.

Grado di Innovazione:
Ritengo che le conclusioni raggiunte nello studio affrontino temi, quali l’importanza della metodica con cui l’anticoagulante lupico viene ricercato, aspetto questo finora poco indagato in letteratura.

 
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