Schede sintetiche

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PubbliTesi - La Tesi
Profilo clinico e immunologico dei portatori di rene trapiantato funzionante a lungo termine

Scheda Sintetica

Autore: Stefania Bussolino
Relatore: Giuseppe Paolo Segoloni
Università: Università degli Studi di Torino
Facoltà: Facoltà di Medicina e Chirurgia
Corso: Laurea Spec. a Ciclo Unico in Medicina e Chirurgia
Data di Discussione: 14/07/2008
Voto: 110
Disciplina: Nefrologia e Trapianto renale
Tipo di Tesi: Sperimentale e di Ricerca
Lingua: Italiano
Grande Area: Area Sanitaria
Dignità di Stampa: Si
Settori Interessati: Medico-sanitario, laboratoristico, farmaceutico

Descrizione:
Lo scopo di questa tesi consiste nello studio del profilo clinico ed immunologico,con particolare riferimento ai linfociti T-regolatori, della popolazione di pazienti con oltre 15 anni di trapianto renale. Lo studio di tali pazienti ha consentito di identificare alcune caratteristiche dei linfociti T regolatori che possono potenzialmente contribuire a definire i meccanismi, intrinseci al sistema immunitario, di inibizione del danno immunologico cronico e di sviluppo della tolleranza immunitaria a lungo termine nei pazienti trapiantati di rene. Tali dati suggeriscono che la monitorizzazione dei linfociti T-reg nei pazienti con lunga sopravvivenza del trapianto possa essere uno strumento di ausilio per la valutazione complessiva dello stato immunologico del paziente anche per scelte riguardanti variazioni del carico della terapia immunosoppressiva.

Grado di Innovazione:
E’ uno dei pochi studi attualmente presenti in letteratura sui linfociti t regolatori nel paziente trapiantato di rene

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Analisi degli eventi avversi ricorrenti a medio e lungo termine nei pazienti diabetici sottoposti a rivascolarizzazione coronarica percutanea

Scheda Sintetica

Autore: Erika Cavallero
Relatore: Imad Sheiban
Università: Università degli Studi di Torino
Facoltà: Facoltà di Medicina e Chirurgia
Corso: Laurea Spec. a Ciclo Unico in Medicina e Chirurgia
Data di Discussione: 14/07/2008
Voto: 110 cum laude
Disciplina: Malattie cardiovascolari e respiratorie, emodinamica
Tipo di Tesi: Sperimentale
Lingua: Italiano, Inglese
Grande Area: Area Sanitaria
Dignità di Stampa: Si
Settori Interessati: Gruppi di ricerca in Cardiologia interventistica, ditte produttrici di stent coronarici

Descrizione:
PREMESSE:
E’ ormai assodato che pazienti con diabete mellito e concomitante coronaropatia in seguito a rivascolarizzazione coronarica siano soggetti ad elevato rischio di eventi avversi, soprattutto rivascolarizzazioni ripetute. Tuttavia non è mai stato indagato il tasso di eventi ricorrenti dopo la prima rivascolarizzazione eseguita al follow up. Questo studio si propone di valutare le rivascolarizzazioni ricorrenti nei diabetici sottoposti a intervento coronarico percutaneo (PCI, percutaneous coronary intervention) presso il nostro Centro.

METODI:
Sono state analizzate retrospettivamente le caratteristiche basali, i dati procedurali ed i risultati di tutti i pazienti diabetici consecutivi trattati con PCI presso il nostro Laboratorio fra luglio 2002 e dicembre 2005. Gli obiettivi in interesse sono stati i tassi a lungo termine di eventi avversi cardiovascolari maggiori (MACE, major adverse cardiac events, costituiti da morte cardiovascolare, infarto del miocardio, rivascolarizza ...

Grado di Innovazione:
Nonostante le numerose pubblicazioni sui risultati della rivascolarizzazione coronarica nei diabetici, questo studio per la prima volta ha analizzato le rivascolarizzazioni ripetute registrando gli end-point anche in seguito ad un primo evento avverso al follow up.

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Complicanze biliari nel trapianto di fegato: morbilità multifattoriale e trattamento pluridisciplinare

Scheda Sintetica

Autore: Giulia Perucca
Relatore: Mauro Salizzoni
Università: Università degli Studi di Torino
Facoltà: Facoltà di Medicina e Chirurgia
Corso: Laurea Spec. a Ciclo Unico in Medicina e Chirurgia
Data di Discussione: 14/07/2008
Voto: 110 cum laude
Disciplina: Chirurgia Generale
Tipo di Tesi: Sperimentale
Lingua: Italiano
Grande Area: Area Sanitaria
Dignità di Stampa: Si
Settori Interessati: Chirurgia

Descrizione:
Studio retrospettivo condotto su oltre 1500 trapianti di fegato eseguiti nell’arco di 17 anni allo scopo di identificare fattori di rischio di complicanze biliari e analizzarne il trattamento.

Grado di Innovazione:
Innovativa per quanto concerne l’analisi di fattori di rischio.

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La ritardata ripresa funzionale nel trapianto renale: fattori di rischio ed effetti sulla sopravvivenza dell’organo. Analisi di 1200 trapianti

Scheda Sintetica

Autore: Caterina Dolla
Relatore: Giuseppe Paolo Segoloni
Università: Università degli Studi di Torino
Facoltà: Facoltà di Medicina e Chirurgia
Corso: Laurea Spec. a Ciclo Unico in Medicina e Chirurgia
Data di Discussione: 14/07/2008
Voto: 110 cum laude
Disciplina: Nefrologia
Tipo di Tesi: Sperimentale
Lingua: Italiano
Grande Area: Area Sanitaria
Dignità di Stampa: Si
Settori Interessati: Sanitario

Descrizione:
Il trapianto renale rappresenta il gold standard nell’ambito dei trattamenti dell’insufficienza renale cronica terminale. Grazie alle progressive scoperte ed innovazioni in campo immunologico e farmacologico, nel corso degli ultimi decenni è stato possibile ottenere notevoli risultati, nonostante sussistano ancora alcuni ostacoli alla buona riuscita del trapianto e tra questi la ritardata ripresa funzionale (DGF) occupa un posto di spicco.
Si tratta di una complicanza frequente, che insorge nell’immediato post trapianto, caratterizzata dalla mancanza di una soddisfacente ripresa della funzione renale autonoma, che solitamente rende necessario sottoporre il paziente a sedute dialitiche fintanto che non si ripristini una buona diuresi e i parametri ritentivi non migliorino, tanto che classicamente la DGF è definita come la necessità di dialisi nella prima settimana post trapianto. Sebbene nella pratica clinica ci si attenga per lo più a tale definizione, è bene tener presente che vari a ...

Grado di Innovazione:
A mio parere innovativa per i fattori di rischio messi in luce e in particolare per quelli “modificabili” al fine di ridurre l’incidenza della DGF.

 
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