Schede sintetiche
Tutte le Schede per data decrescente di discussione (suddivisione per Area, nei sottomenù)
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Rischio di epatite B ed efficacia del trattamento con lamivudina in pazienti sottoposti a trapianto di midollo osseo allogenico
Scheda Sintetica
Autore: Andrea Marengo
Relatore: Mario Rizzetto
Università: Università degli Studi di Torino
Facoltà: Facoltà di Medicina e Chirurgia
Corso: Laurea Spec. a Ciclo Unico in Medicina e Chirurgia
Data di Discussione: 09/07/2008
Voto: 110 cum laude
Disciplina: Gastroenterologia
Tipo di Tesi: Sperimentale
Lingua: Italiano
Grande Area: Area Sanitaria
Dignità di Stampa: Si
Settori Interessati: sanitari
Descrizione:
Nell’ambito del trapianto allogenico di midollo osseo (allo-TMO) sia i riceventi HBsAg-positivi sottoposti ad allo-TMO che i riceventi di allo-TMO da donatori HBsAg-positivi sono a rischio di riattivazione del virus B e di insufficienza epatica anche fatale; in questo campo un rischio potenziale di riacutizzazione è prospettabile anche nei riceventi portatori occulti del virus B (HBsAg-negativi, anti-HBc-positivi). La necessità ed efficacia della profilassi con lamivudina risultano ancora dibattute complice anche la carenza di dati in letteratura.
Pertanto l’obiettivo del nostro studio è stato quello di analizzare il rischio di epatite B dopo allo-trapianto di midollo osseo e l’effetto protettivo della lamivudina in quattro gruppi di pazienti (1998-2007: 99 allo-TMO, 91 analizzati con follow-up > 3 mesi), trattati o non trattati con il farmaco:
Gruppo 1, (64 pazienti) riceventi HBsAg-/anti-HBc- da donatori HBsAg- (60 donatori anti-HBc- e 4 anti-HBc+);
Gruppo 2, (3 ...
Grado di Innovazione:
Innovativa, a mio parere, per quanto riguarda l’indicazione all’utilizzo dei donatori HBsAg-positivi in riceventi HBsAg-negativi,a differenza di quanto raccomandato in epoca pre-lamivudina ,vista l’efficacia della lamivudina-profilassi nel prevenire l’infezione da virus B e l’epatite correlata in questi riceventi. Innovativa anche per l’ indicazione a eseguire la lamivudina-profilassi nei riceventi portatori occulti (anti-HBc+).
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La chemioembolizzazione nel trattamento dell’epatocarcinoma
Scheda Sintetica
Autore: Chiara Maria Egle Wanda Perazzini
Relatore: Giovanni Gandini
Università: Università degli Studi di Torino
Facoltà: Facoltà di Medicina e Chirurgia
Corso: Laurea Spec. a Ciclo Unico in Medicina e Chirurgia
Data di Discussione: 09/07/2008
Voto: 110 cum laude
Disciplina: Diagnostica per Immagini
Lingua: Italiano
Grande Area: Area Sanitaria
Dignità di Stampa: Si
Descrizione:
Risultati procedurali e outcome a lungo termine della chemioembolizzazione trans-arteriosa nel trattamento dell’epatocarcinoma.
Premesse. La chemioembolizzazione trans-arteriosa (TACE) è oggi considerata il trattamento d’elezione per quei casi di epatocarcinoma diagnosticati ad uno stadio che li rende non più resecabili o sottoponibili unicamente a terapie percutanee locali quali l’alcolizzazione e la radiofrequenza. Attenendoci alla classificazione BCLC (Barcellona-Clinic Liver Cancer) o al protocollo terapeutico da essa derivante, adottato nel Nostro Centro, questi casi rientrano tra gli HCC di stadio intermedio o 2. Ci proponiamo quindi da un lato di definire il ruolo della TACE nell’ambito del trattamento multimodale dell’HCC e dall’altro di presentarne i risultati procedurali e l’outcome a lungo termine.
Metodi. Il presente studio retrospettivo è basato sull’analisi di una lista di procedure di chemioembolizzazione trans-arteriosa eseguite presso il Nostro Centro in un arco ...
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Indicazioni e risultati delle agobiopsie percutanee TC guidate del torace
Scheda Sintetica
Autore: Alessandro Rapellino
Relatore: Giovanni Gandini
Università: Università degli Studi di Torino
Facoltà: Facoltà di Medicina e Chirurgia
Corso: Laurea Spec. a Ciclo Unico in Medicina e Chirurgia
Data di Discussione: 09/07/2008
Voto: 107
Disciplina: Diagnostica per Immagini
Tipo di Tesi: Sperimentale
Lingua: Italiano
Grande Area: Area Sanitaria
Dignità di Stampa: Si
Descrizione:
Lo scopo dello studio è quello di valutare la performance diagnostica dell’agobiopsia percutanea TC guidata su lesioni toraciche, valutarne le indicazioni e le complicanze ed effettuare una comparazione con la performance diagnostica ottenuta attraverso metodica PET/TC.
Grado di Innovazione:
particolarmente indicativa per il ridotto numero di complicanze
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Livelli circolanti di osteoprotegerina e RANK ligando solubile quali indicatori di danno vascolare e osseo nella sclerosi sistemica progressiva
Scheda Sintetica
Autore: Gilberto Calzolari
Relatore: Alberto Angeli
Università: Università degli Studi di Torino
Facoltà: Facoltà di Medicina e Chirurgia
Corso: Laurea Spec. a Ciclo Unico in Medicina e Chirurgia - Sede di Orbassano
Data di Discussione: 09/07/2008
Voto: 110 cum laude
Disciplina: Medicina Interna
Tipo di Tesi: Sperimentale
Altri Autori: Andrea Dovio, Valeria Data, Renato Carignola, Rosetta Vitetta, Massimo Ventura, Laura Saba, Adriana Severino, Alberto Angeli
Lingua: Italiano
Grande Area: Area Sanitaria
Dignità di Stampa: Si
Descrizione:
Nella patogenesi della sclerosi sistemica (SSC) il danno dell’endotelio rappresenta un evento precoce. Oltre alle alterazioni del microcircolo la malattia è caratterizzata dal coinvolgimento macrovascolare. La triade citochinica RANKL/RANK/OPG (osteoprotegerina) è stata studiata anche nella biologia vascolare. RANKL stimola la produzione di chemochine e fattori di crescita da parte delle cellule endoteliali e promuove il fenotipo osteogenico nelle cellule muscolari lisce vascolari. OPG, oltre a impedire il legame RANKL-RANK, inibisce l’apoptosi delle cellule endoteliali. I livelli sierici di OPG sono aumentati nei pazienti con aterosclerosi. Lo studio ha come obiettivi: 1. Valutare i livelli sierici di OPG e sRANKL nei pazienti con SSc; 2. Verificare se OPG e sRANKL correlano con un noto marcatore di attivazione/disfunzione endoteliale (il vascular cell adhesion molecole solubile, sVCAM) e con i marcatori del metabolismo osseo.
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