Schede sintetiche

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Interazioni tra cellule tumorali e linfociti T non convenzionali nella leucemia linfatica cronica: implicazioni biologiche e cliniche

Scheda Sintetica

Autore: Candida Vitale
Relatore: Massimo Massaia
Università: Università degli Studi di Torino
Facoltà: Facoltà di Medicina e Chirurgia
Corso: Laurea Spec. a Ciclo Unico in Medicina e Chirurgia
Data di Discussione: 09/07/2008
Voto: 110 cum laude
Disciplina: Ematologia
Lingua: Italiano
Grande Area: Area Sanitaria
Dignità di Stampa: Si

Descrizione:
Sono state valutate le interazioni tra le cellule tumorali di leucemia linfatica cronica, la cui malignità è specificamente condizionata da alcune caratteristiche intrinseche del clone neoplastico,e l’attività di alcune cellule del sistema immunitario, in grado di esercitare una regolazione estrinseca sull’aggressività dello stesso clone.

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Rischio di epatite B ed efficacia del trattamento con lamivudina in pazienti sottoposti a trapianto di midollo osseo allogenico

Scheda Sintetica

Autore: Andrea Marengo
Relatore: Mario Rizzetto
Università: Università degli Studi di Torino
Facoltà: Facoltà di Medicina e Chirurgia
Corso: Laurea Spec. a Ciclo Unico in Medicina e Chirurgia
Data di Discussione: 09/07/2008
Voto: 110 cum laude
Disciplina: Gastroenterologia
Tipo di Tesi: Sperimentale
Lingua: Italiano
Grande Area: Area Sanitaria
Dignità di Stampa: Si
Settori Interessati: sanitari

Descrizione:
Nell’ambito del trapianto allogenico di midollo osseo (allo-TMO) sia i riceventi HBsAg-positivi sottoposti ad allo-TMO che i riceventi di allo-TMO da donatori HBsAg-positivi sono a rischio di riattivazione del virus B e di insufficienza epatica anche fatale; in questo campo un rischio potenziale di riacutizzazione è prospettabile anche nei riceventi portatori occulti del virus B (HBsAg-negativi, anti-HBc-positivi). La necessità ed efficacia della profilassi con lamivudina risultano ancora dibattute complice anche la carenza di dati in letteratura.
Pertanto l’obiettivo del nostro studio è stato quello di analizzare il rischio di epatite B dopo allo-trapianto di midollo osseo e l’effetto protettivo della lamivudina in quattro gruppi di pazienti (1998-2007: 99 allo-TMO, 91 analizzati con follow-up > 3 mesi), trattati o non trattati con il farmaco:
 Gruppo 1, (64 pazienti) riceventi HBsAg-/anti-HBc- da donatori HBsAg- (60 donatori anti-HBc- e 4 anti-HBc+);
 Gruppo 2, (3 ...

Grado di Innovazione:
Innovativa, a mio parere, per quanto riguarda l’indicazione all’utilizzo dei donatori HBsAg-positivi in riceventi HBsAg-negativi,a differenza di quanto raccomandato in epoca pre-lamivudina ,vista l’efficacia della lamivudina-profilassi nel prevenire l’infezione da virus B e l’epatite correlata in questi riceventi. Innovativa anche per l’ indicazione a eseguire la lamivudina-profilassi nei riceventi portatori occulti (anti-HBc+).

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La chemioembolizzazione nel trattamento dell’epatocarcinoma

Scheda Sintetica

Autore: Chiara Maria Egle Wanda Perazzini
Relatore: Giovanni Gandini
Università: Università degli Studi di Torino
Facoltà: Facoltà di Medicina e Chirurgia
Corso: Laurea Spec. a Ciclo Unico in Medicina e Chirurgia
Data di Discussione: 09/07/2008
Voto: 110 cum laude
Disciplina: Diagnostica per Immagini
Lingua: Italiano
Grande Area: Area Sanitaria
Dignità di Stampa: Si

Descrizione:
Risultati procedurali e outcome a lungo termine della chemioembolizzazione trans-arteriosa nel trattamento dell’epatocarcinoma.

Premesse. La chemioembolizzazione trans-arteriosa (TACE) è oggi considerata il trattamento d’elezione per quei casi di epatocarcinoma diagnosticati ad uno stadio che li rende non più resecabili o sottoponibili unicamente a terapie percutanee locali quali l’alcolizzazione e la radiofrequenza. Attenendoci alla classificazione BCLC (Barcellona-Clinic Liver Cancer) o al protocollo terapeutico da essa derivante, adottato nel Nostro Centro, questi casi rientrano tra gli HCC di stadio intermedio o 2. Ci proponiamo quindi da un lato di definire il ruolo della TACE nell’ambito del trattamento multimodale dell’HCC e dall’altro di presentarne i risultati procedurali e l’outcome a lungo termine.

Metodi. Il presente studio retrospettivo è basato sull’analisi di una lista di procedure di chemioembolizzazione trans-arteriosa eseguite presso il Nostro Centro in un arco ...

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Indicazioni e risultati delle agobiopsie percutanee TC guidate del torace

Scheda Sintetica

Autore: Alessandro Rapellino
Relatore: Giovanni Gandini
Università: Università degli Studi di Torino
Facoltà: Facoltà di Medicina e Chirurgia
Corso: Laurea Spec. a Ciclo Unico in Medicina e Chirurgia
Data di Discussione: 09/07/2008
Voto: 107
Disciplina: Diagnostica per Immagini
Tipo di Tesi: Sperimentale
Lingua: Italiano
Grande Area: Area Sanitaria
Dignità di Stampa: Si

Descrizione:
Lo scopo dello studio è quello di valutare la performance diagnostica dell’agobiopsia percutanea TC guidata su lesioni toraciche, valutarne le indicazioni e le complicanze ed effettuare una comparazione con la performance diagnostica ottenuta attraverso metodica PET/TC.

Grado di Innovazione:
particolarmente indicativa per il ridotto numero di complicanze

 
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