Schede sintetiche
Tutte le Schede per data decrescente di discussione (suddivisione per Area, nei sottomenù)
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Dinamiche di popolazioni di ungulati. La sopravvivenza del camoscio alpino (Rupicapra rupicapra rupicapra) nel Parco Nazionale Gran Paradiso
Scheda Sintetica
Autore: Alberto Egardi
Relatore: Cristina Giacoma
Università: Università degli Studi di Torino
Facoltà: Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
Corso: Laurea Spec. in Evoluzione del Comportamento Animale e dell’Uomo
Data di Discussione: 11/07/2007
Voto: 106
Disciplina: Ecologia
Tipo di Tesi: Sperimentale
Lingua: Italiano
Grande Area: Area Scientifica
Dignità di Stampa: Si
In Collaborazione con: Ente Parco Nazionale Gran Paradiso
Settori Interessati: Enti di ricerca
Descrizione:
Testare ipotesi che concernano il processo di sopravvivenza e stime dei tassi di sopravvivenza sono critiche per capire le dinamiche di popolazioni animali. Questo studio è stato condotto in una popolazione di camoscio alpino, specie poliginica, nel Parco Nazionale Gran Paradiso. Sono state raccolte sul campo le osservazioni di camosci marcati con radio-collari VHF, maschi e femmine, dal 1993 al 2006. Con l’analisi di questi dati si è cercato di studiare, per la prima volta in una popolazione di camoscio alpino, la variabilità nella sopravvivenza età-specifica di questa specie. Nello specifico si è voluto determinare se la probabilità di sopravvivenza variasse in ragione del tempo e dell’età dell’animale per differenze nella strategia territoriale.
Grado di Innovazione:
Sono stati ottenuti per la prima volta dati relativi alla sopravvivenza del camoscio maschio alpino (Rupicapra rupicapra rupicapra).
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Follow up a lungo termine dei pazienti affetti da fibrillazione atriale persistente trattati con cardioversione elettrica e terapia farmacologica a base di antiaritmici e sartani
Scheda Sintetica
Autore: Elisabetta Toso
Relatore: Fiorenzo Gaita
Università: Università degli Studi di Torino
Facoltà: Facoltà di Medicina e Chirurgia
Corso: Laurea Spec. a Ciclo Unico in Medicina e Chirurgia
Data di Discussione: 11/07/2007
Voto: 110 cum laude
Disciplina: Cardiologia
Tipo di Tesi: Sperimentale
Lingua: Italiano
Grande Area: Area Sanitaria
Dignità di Stampa: Si
Descrizione:
Scopo del lavoro è valutare l’efficacia dell’aggiunta di farmaci inibitori del sistema RAAS alla terapia antiaritmica nella prevenzione delle recidive di fibrillazione atriale persistente in una popolazione eterogenea di pazienti (ipertesi, idiopatici, valvolari, ischemici, cardiopatie congenite etc.) trattati con diversi farmaci antiaritmici e con diversi farmaci inibitori del RAAS. Il nostro studio, condotto su 201 pazienti affetti da fibrillazione atriale persistente sottoposti a cardioversione elettrica, suddivisi in due gruppi (GRUPPO A= solo antiaritmici, GRUPPO B =Antiaritmici +farmaci inibitori del RAAS) ha dimostrato che, a 12 mesi di distanza dal ripristino del ritmo sinusale, l’80% dei pazienti aveva mantenuto il ritmo sinusale: il 65% nel gruppo A contro il 91% del gruppo B; tale effetto è mantenuto durante tutto il follow up, è maggiormente apprezzabile quando l’aritmia dura da più di 6 mesi e quando le dimensioni dell’atrio sinistro superano i 45 mm.
Grado di Innovazione:
A mio parere particolarmente innovativa per le caratteristiche della popolazione studiata.
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Effetti biologici dell’alendronato sui linfociti T nell’osteoporosi postmenopausale
Scheda Sintetica
Autore: Marco Guglielmo Arturo Ravazzoli
Relatore: Giancarlo Isaia
Università: Università degli Studi di Torino
Facoltà: Facoltà di Medicina e Chirurgia
Corso: Medicina e Chirurgia (V.O.)
Data di Discussione: 11/07/2007
Voto: 110 cum laude
Disciplina: Medicina Interna
Tipo di Tesi: Sperimentale e di Ricerca
Altri Autori: Patrizia D’Amelio, Anastasia Grimaldi, Maria Angela Cristofaro, Giancarlo Isaia
Lingua: Italiano
Grande Area: Area Sanitaria
Dignità di Stampa: Si
In Collaborazione con: Azienda ospedaliera San Giovanni battista di Torino
Settori Interessati: Letteratura medica, ricerca biomedica
Descrizione:
E’ stato valutato nel corso di 6 mesi l’effetto dell’alendronato, farmaco antiriassorbitore, somministrato per via orale a pazienti affette da osteoporosi postmenopausale sui: linfociti T gamma-delta alla luce dei dati presenti in letteratura che correlano questa sottopopolazione linfocitaria con l’effetto avverso detto flu-like sindrome. La loro riduzione nel corso della terapia è in contrasto con la letteratura presente, ma riguardante la via endovenosa; si è quindi interpretata tale discrepanza anche analizzando il comportamento dei monociti, linfociti b e linfociti t nel corso dei 6 mesi di terapia. Da ultimo si è considerato l’effetto della terapia con alendronato sui precursori degli osteoclasti circolanti nel sangue periferico alla luce dei dati presenti in letteratura (in particolare per l’aminobisfosfonato risedronato).
Grado di Innovazione:
E’ stato messo in luce l’effetto dell’alendronato somministrato per via orale sui linfociti T gamma-delta, sui precursori degli osteoclasti circolanti nel sangue periferico, questi dati sono stati interpretati alla luce dei dati in letteratura sull’effetto del farmaco somministrato per via endovenosa o aggiunto in vitro.
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Il trattamento endovascolare degli aneurismi dell’aorta toracica
Scheda Sintetica
Autore: Federico Fusaro
Relatore: Giovanni Gandini
Università: Università degli Studi di Torino
Facoltà: Facoltà di Medicina e Chirurgia
Corso: Laurea Spec. a Ciclo Unico in Medicina e Chirurgia
Data di Discussione: 11/07/2007
Voto: 110 cum laude
Disciplina: Diagnostica per Immagini
Tipo di Tesi: Sperimentale
Lingua: Italiano
Grande Area: Area Sanitaria
Dignità di Stampa: Si
Settori Interessati: Medicina
Descrizione:
Il trattamento chirurgico tradizionale degli aneurismi dell’aorta toracica (TAA) risulta gravato da importanti tassi di mortalità e morbilità peri-operatori, legati sia alla complessità dell’intervento chirurgico che alle caratteristiche anatomo-cliniche del paziente.
La minore incidenza degli aneurismi dell’aorta toracica rispetto a quelli dell’aorta addominale, unitamente alla maggiore difficoltà diagnostica, ha provocato un più lento e meno ampio sviluppo delle esperienze endovascolari in tale ambito. Recentemente, la diffusione della tecnica endovascolare per i TAA ha subito un rapido incremento, per la sua minore invasività e per la minore frequenza di complicanze precoci, sia per gli interventi in regime di elezione che per le urgenze. La procedura, dedicata inizialmente a pazienti ad alto rischio anestesiologico e chirurgico, in scadenti condizioni di salute, sta acquisendo indicazioni sempre più ampie.
Scopo dello studio è stato valutare l’efficacia e la sicurezza a breve e ...
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