- Dettagli
- Categoria: Area Umanistica
- Scritto da Fabio Scandura
- Visite: 2073
PubbliTesi - La Tesi
TORINO: OCCHIO ALL’AVANGUARDIA ...dell’invisibile cinema sperimentale anni ’60
Scheda Sintetica
Autore: Fabio Scandura
Relatore: Franco Prono
Università: Università degli Studi di Torino
Facoltà: Facoltà di Scienze della Formazione
Corso: DAMS - Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo (V.O.)
Data di Discussione: 04/02/2013
Voto: 110 cum laude
Disciplina: Storia del Cinema Italiano
Tipo di Tesi: Tesi di Ricerca
Altri Relatori: Piergiorgio Dragone, Alessandro Amaducci
Lingua: Italiano
Grande Area: Area Umanistica
Dignità di Stampa: Si
Settori Interessati: Settori culturali, ricerca, archivistica, editoria specializzata in cinema e arti, varie realtà interessate a sviluppare progetti interdisciplinari e multimediali
Descrizione:
Gli anni ‘60 trovarono in Torino un occhio particolarmente attento nel cogliere a livello nazionale ed internazionale gli stimoli di un nuovo operare artistico. Il presente elaborato si pone dunque come prima mappatura della presenza del cosiddetto cinema sperimentale all’interno del complesso laboratorio metropolitano interdisciplinare cittadino. Frutto di una ricerca che prosegue ormai da più di sei anni e che ha permesso l’“emersione” di documenti, personaggi, testimonianze e di un consistente numero di pellicole inedite, l’apparato monografico raccolto intorno al titolo “L’uomo, e la macchina da presa” ricostruisce parallelamente il vissuto quotidiano e cinematografico dei cinque redattori di «Ombre Elettriche», unica rivista di cinema indipendente italiana nata nel capoluogo piemontese sul finire del 1967.
Un tentativo, dopo oltre quarant’anni d’invisibilità coatta, di restituire al presente un patrimonio culturale collettivo radicato nella Storia e quanto mai attuale.
Grado di Innovazione:
Primo documento organico sulla sperimentazione cinematografica torinese anni ‘60, il lavoro in questione è il risultato di un’approfondita e autonoma indagine sul campo condotta fra svariati archivi pubblici e privati, videointerviste inedite e rinvenimenti di pellicole in copia unica date ormai per disperse. Tutto ciò ha permesso inoltre la definizione, ed in parte la digitalizzazione, di un primo archivio della sperimentazione locale ed il suo approdo a rassegne, mostre e pubblicazioni.