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PubbliTesi - La Tesi
«Un signe qui chante» La parola come musica nelle sperimentazioni di Amelia Rosselli e della Nuova Vocalità

Scheda Sintetica

Autore: Deborah Ricetti
Relatore: Stefano Giovannuzzi
Università: Università degli Studi di Torino
Facoltà: Dipartimento Studi umanistici
Corso: Laurea Magistrale in Culture moderne comparate
Data di Discussione: 10/07/2015
Voto: 110 cum laude
Disciplina: Letteratura italiana contemporanea
Tipo di Tesi: tesi di Ricerca
Altri Relatori: Ferruccio Tammaro
Lingua: Italiano
Grande Area: Area Umanistica
Dignità di Stampa: Si
Settori Interessati: Settori letterari e musicali

Descrizione:
Questo lavoro cerca di mettere in relazione le figure, da una parte di Luciano Berio e Cathy Berberian, il cui legame artistico fu indissolubile, ovvero della Nuova Vocalità, e dall’altra di Amelia Rosselli, tracciando una linea orizzontale che cerchi di dimostrare come il lavoro musicale dei primi, che sfruttano le proprietà foniche del linguaggio per farne musica, e l’opera poetica della seconda, che si avvale di quelle stesse proprietà per farne poesia, arrivino a concepire due diversi prodotti artistici che tuttavia molto hanno in comune.

Grado di Innovazione:
La tesi è, a mio giudizio, più corraggiosa che innovativa nella misura in cui istituisce un legame, quello fra Rosselli e Nuova Vocalità, mai affrontato in modo diffuso fino ad ora. Rivede inoltre l’eredità del serialismo nella poesia rosselliana in favore di un uso musicale del linguaggio assimilabile proprio al lavoro svolto da Berio e Berberian.

 
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